martedì 8 febbraio 2011

Liberi soltanto di essere servi .

E’ quanto sostiene il filosofo Maurizio Viroli , nelle pagine del suo libro : “ La lbertà dei servi “ , edizione Laterza dalle pagine del “Roma” . Nella sua analisi della qualità della libertà di cui godono gli Italiani , già nelle prime pagine sostiene , con buoni argomenti , che in realtà molti Italiani non possono realizzare i fini che desiderano perseguire : non hanno la possibilità di vivere sicuri , di beneficiare di una educazione scolastica degna del nome , di un’assistenza sanitaria adeguata , di servizi sociali decenti . Sempre secondo l’autore , gli ostacoli nascono dal malgoverno , dalla corruzione , dall’ineguaglianza . Un malgoverno che ha radici lontane nel tempo della nostra storia che non può non contagiare il tessuto civile per quella osmosi che sempre si verifica tra le idee e la loro pratica attuazione , tra quello che chi governa rappresenta e quello che chi è governato riceve in immaginario collettivo .
Secondo Viroli , la storia italiana è stata per secoli storia di servitù , ora ai padroni stranieri , ora ai governi dispotici , ora al dominio temporale della Chiesa che accanto alla parola usava la spada e le forche .
Anche Croce , nella “Storia del regno di Napoli” sosteneva che sei secoli di miseria e anarchia , in cui l’Italia non aveva vissuto la propria vita , solo offrì la scena per storie altrui . Fu con il Risorgimento che l’Italia si riapproprio di sé , si mostrò al concerto delle nazioni moderne in possesso di un’idea di spirito pubblico .
All’ora si conquistò la “ Libertà dei cittadini “ . E oggi che quella conquista vacilla , difenderla e riconquistarla è quanto Viroli augura all’Italia .

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