mercoledì 6 aprile 2011

La città che vogliamo ? No , la città che freghiamo .

Nelle settimane scorse è stato affisso per le strade di Crispano un manifesto con il quale i partiti del centrosinistra comunicano di aver scelto un coordinatore unico
nella persona di Fiorito, ex Rifondazione Comunista.
E' parso fin troppo evidente che quel manifesto è stato "voluto" da Carlo Esposito per testimoniare all'esterno la compattezza del gruppo, assodate le numerose voci di
scollamento all'interno della maggioranza ed i continui rimbalzi i polemici. Scorrendo il manifesto alcuni concetti sono apparsi fin troppo chiari. Il primo:
Esposito si è preoccupato di far firmare il manifesto con i simboli di tutti i partiti della maggioranza, compreso quello di Democrazie e Libertà, che appena quattro anni fa diede vita ad un raggruppamento politico civico che aveva come candidato sindaco lo stagionato Michele Galante il cui slogan elettorale fu :"Non vogliamo in lista con noi persone che abbiano fatto parte del consiglio comunale sciolto per camorra". E difatti a distanza di qualche anno, a testimoniare la vericidità di quell'assunto, troviamo come assessore comunale quel Nunzio Cennamo che nella lista capeggiata da Galante figurava al secondo posto. Il quale Nunzio Cennamo pretese dalla coalizione l'adesione ad un programma politico-elettorale dal titolo " la città che vogliamo", un elenco dei sogni stilato solo per carpire voti all'elettorato. DI quell'elenco dei sogni oggi non si parla più. Anzi, oggi Cennamo è un assessore di Esposito.
Esternamente cerca di far passare il messaggio che lui è contro Esposito - difatti si incontra anche con consiglieri non della maggioranza - ma nei fatti non ha mai preso le distanze da quella che un tempo lui definitiva "amministrazione sciolta per camorra". Ma si sa come va la vita... Lo stipendio da assessore va e viene, la coerenza va bene solo in campagna elettorale.
Ogni tanto l'assessore Nunzio cerca di accreditarsi come uno dalle idee diverse
valorizzando qualche concetto stantìo ma la verità è che lui è il primo sgabello della giunta Esposito. Quando arriverà un nuovo scioglimento, vedrete, sarà il primo a prendere le distanze, tirando fuori dal cassetto qualche vecchio slogan di
quando si professava comunista.
Il secondo concetto da evidenziare è che Esposito ancora si illude, mettendo in fila i simboli del centrosinistra, di dare un messaggio politico all'esterno che mira a dare un'immagine di solidità e compattezza. E fa finta di non capire che a Crispano oramai, al di là dei simboli, che oggi vengono continuamente scambiati e modificati a seconda delle esigenze del momentio, esistono due sole posizioni:
quelli che sono con Esposito e quelli che sono contro. Vale a dire, in sintesi: coloro che stanno con l'amministrazione sciolta per camorra e chi ne ha preso le distanze. Tutto il resto è solo fumo da spendere nei convegni, sui manifesti e nelle chiacchiere da bar. E la città che vogliamo? Qualcuno sarcasticamente l'ha definita "la città che freghiamo .

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